Le Nazioni Unite celebrano l’Earth Day ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile, nata nel 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra.

L’Earth Day (Giornata della Terra) è la più grande manifestazione ambientale del pianeta, l’unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia. 

La Giornata della Terra è divenuta, a livello scolastico ed universitario, un avvenimento educativo ed informativo, i gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: 

  • l’inquinamento di aria, acqua e suolo, 
  • la distruzione degli ecosistemi, 
  • le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, 
  • e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. 

Si sono proposte soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo che includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate, che poi sono state inserite nei vari punti di Agenda 2030 ONU. 

L’idea della creazione di una “Giornata per la Terra” fu discussa per la prima volta nel 1962, e prese definitivamente forma nel 1969 a seguito del disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oi al largo di Santa Barbara, in California.

Il 22 aprile 1970, venti milioni di cittadini americani si mobilitarono per una manifestazione a difesa della Terra. I gruppi che singolarmente avevano combattuto contro l’inquinamento da combustibili fossili, contro l’inquinamento delle fabbriche e delle centrali elettriche, i rifiuti tossici, i pesticidi, la progressiva desertificazione e l’estinzione della fauna selvatica, improvvisamente compresero di condividere valori comuni. 

Oggi, a distanza di 52 – CUNQUANTADUE – anni da quel 22 aprile siamo ancora a parlare delle stesse cose….ma è davvero possibile? 

  • l’inquinamento dei combustibili fossili,
  • l’utilizzo delle risorse naturali,
  • il surriscaldamento del pianeta e la progressiva desertificazione,
  • l’aumento della CO2 in atmosfera

sono tematiche all’attenzione di tutti, sono problematiche di questo tempo e della nostra società!

E quindi? Com’è possibile che dopo così tanti anni stiamo ancora parlando delle stesse cose che nel frattempo sono anche peggiorate?  

Nel corso degli anni la partecipazione internazionale all’Earth Day è cresciuta superando oltre il miliardo di persone in tutto il mondo: è l’affermazione della “Green Generation”, che guarda ad un futuro libero dall’energia da combustibili fossili, in favore di fonti rinnovabili, alla responsabilizzazione individuale verso un consumo sostenibile, allo sviluppo di una green economy e a un sistema educativo ispirato alle tematiche ambientali.

Questi sono gli obiettivi, la situazione a cui tendere e credi che ci possiamo dire tutto d’accordo e la domanda che faccio è:

Cosa stiamo facendo in questa direzione?

Stiamo, ognuno di noi, prendendo la nostra responsabilità e stiamo facendo delle azioni, anche semplici in questa direzione? 

E la cosa bella è che la risposta, se vogliamo ottenere qualche risultato, è una sola, deve essere una sola, deve (e uso volutamente e consapevolmente questo verbo) solo essere SI; 

Ognuno di noi, con le proprie azioni, ha la potenzialità e la responsabilità di essere attore protagonista di una importantissima trasformazione: scegliere di fare delle azioni nel rispetto delle persone e del pianeta.

Possiamo dare il nostro contributo per il benessere delle persone e del pianeta, grazie a un nuovo paradigma fondato sulla capacità di unire lo scopo al profitto. 

È tempo per le organizzazioni, le professioni, le persone di operare per collegare il loro successo al progresso e al benessere sociale. 

È una richiesta ancora poco esplicita ma che, bene o male, tutti ci aspettiamo. 

Sempre di più si tende a privilegiare quelle organizzazioni che ci permettono di essere utili nel contribuire in qualche modo al pianeta, alla sostenibilità e al benessere in generale 

La scelta infatti è molto più semplice di quello che sembra: è tra il voler essere, oppure no, parte attiva e propositiva nella definizione e creazione di un nuovo sistema economico e sociale dell’essere umano per l’essere umano, rispettoso del pianeta, dove prodotti, servizi e processi sono al servizio dell’insieme e non il contrario 

È tempo di scegliere l’esempio del mondo che vorremmo abitare 

Ivan Foina – Ideatore e Innovartiere per Bollino Etico Sociale