Smart working e lavorare da casa ….. È un pò di tempo che stavo pensando di scrivere qualcosa sul lavoro da casa o anche smart working ed è arrivato il momento di farlo;
sono consapevole che smart working non significa lavorare da casa ma permettetemi di accomunarli per un momento.
Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working, ci offre una puntale definizione:
Smart Working significa ripensare il telelavoro in un’ottica più intelligente, mettere in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo e orario lasciando alle persone maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Autonomia, ma anche flessibilità, responsabilizzazione, valorizzazione dei talenti e fiducia diventano i principi chiave di questo nuovo approccio.
Sono favorevole da molto tempo allo smart working, alla non necessità di un luogo fisico e di orari prestabiliti per poter svolgere le proprie attività, son fortemente convinto che la cosa che conti di più sia il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Le aziende a mio avviso non devono necessariamente “comprare” il tempo delle persone ma è utile che si impegnino a valorizzarne i talenti, le caratteristiche, gli obiettivi, i sogni!
Questo lo dico spesso nelle mie attività e nelle sessioni del metodo Bollino Etico Sociale, questo è uno dei pilastri dell’innovazione sociale, valorizzare le persone.
In questo particolare periodo in cui ci troviamo a fronteggiare un’emergenza sanitaria particolare molte persone e molte aziende si trovano a fare smart working e/o a lavorare da casa;
io stesso sto facendo questo, normalmente la mia attività è in giro per le varie aziende, dalle Marche alla Toscana al Piemonte passando da Liguria e Lombardia mentre invece in questo periodo sono fermo a Cremona, in ufficio;
l’altro giorno parlando tra me e me mi sono detto di non aver mai passato così tanto tempo in ufficio in un mese che non fosse agosto…Jed oggi questo è quello che c’è da fare, limitare la mobilità;
dimentichiamo per un attimo che in questo periodo la limitazione della mobilità e di conseguenza anche lo smart working, o meglio, definiamolo lavoro da casa (remote working) è dettata dall’emergenza sanitaria e fermiamoci a vedere quali sono i vantaggi:
- Flessibilità di orario
- Riduzione o eliminazione del tempo di viaggio – una sola giornata a settimana di remote working può far risparmiare alle persone 40 ore all’anno – che possiamo dire essere ore di vita guadagnate
- Riduzione del consumo di combustibile fossile, benzine e gasolio
- Riduzione dell’emissione di CO2 in atmosfera
- Riduzione del numero delle vetture in viaggio e quindi, molto probabilmente degli incidenti
Visto così……i vantaggi sembrano essere davvero tanti!
Non tutte le attività lo possono fare, condivido, ma chi lo può fare come mai è così restio..?
Sarebbe un vantaggio per impresa e per l’imprenditore perché un modello maturo di smart working può produrre un incremento di produttività pari a circa il 15% per lavoratore, che, a livello di sistema Paese, significa qualche miliardo di euro di benefici complessivi.
Sarebbe un vantaggio per le persone per i motivi descritti qualche riga sopra, riduzione o eliminazione del tempo di viaggio – una sola giornata a settimana di remote working può far risparmiare alle persone 40 ore all’anno – che possiamo dire essere ore di vita guadagnate, riduzione dei costi legati agli spostamenti, maggiore flessibilità di orario e migliore conciliazione vita-lavoro.
Sarebbe un vantaggio per l’ambiente e per il mondo perché si ridurrebbe l’inquinamento delle automobili e le emissioni di CO2 in atmosfera.
È quindi un’iniziativa di Innovazione Sociale, un’azione a impatto positivo.
Voglio dire ancora una volta che sono consapevole che lo smart working non significa lavorare da casa ma un cambiamento ben più profondo e radicale, una messa in discussione dei modelli meccanicistici aziendali a cui siamo abituati.
Per applicare smart working con risultati interessanti è necessaria una revisione della cultura organizzativa, l’abbandono dei modelli e delle modalità classiche del “abbiamo sempre fatto così” e soprattutto la valorizzazione delle persone che è il vero punto di forza di ogni organizzazione.
Mi auguro che questa strana situazione di emergenza sanitaria ci faccia pensare, nelle nostre aziende, al valore delle persone, al contributo che le persone danno ai risultati aziendali ed anche a cosa le aziende possano fare per le persone che ne fanno parte.
Sono fortemente convinto che uno degli obiettivi reali delle aziende che vogliono avere un sereno futuro sia l’investimento nei talenti, nel valorizzare le persone e le loro capacità, sia nel creare un ambiente positivo, stimolante e unire lo scopo al profitto.
Credo che le aziende ed i loro imprenditori da questo periodo possano trarre l’apprendimento di aver iniziato a fare innovazione sociale anche forse in modo involontario e obbligato;
il far diventare l’innovazione sociale parte della strategia e della gestione quotidiana dell’azienda sarà poi responsabilità e scelta di ogni imprenditore, il tempo è questo, i modi ed i metodi ci sono….
Ivan Foina – Ideatore e InnovartiereÒper Bollino Etico SocialeÒ