Smart working in movimento?
Ma che cosa strana è, ricordavo che lo smart working o meglio il lavoro agile e remote working, come lo si vuol chiamare si fa da casa…..e come ma è in movimento?
Qualche giorno fa ad un incontro di networking sento parlare una persona di, citando le sue parole, “consigli posturali per lo smart working”, mi interessa e incuriosisce e cerca di capirne qualcosa di più perché secondo me anche questa è una forma di innovazione sociale, è un periodo particolare, tutto nuovo ed in cui abbiamo tutti bisogno di trovare abitudini diverse e utili.
Si, perché molti di noi avevano fino a poco tempo fa e riavranno fra poco, giornate infinite, piene di appuntamenti che si susseguono e di impegni di ogni tipo, non si sa cosa voglia dire fermarsi ed improvvisamente ci si trova tutti a casa dall’oggi al domani, a incastrare una call via l’altra per mandare avanti l’attività, seduti davanti al pc.
Per molti il lavoro seduto è la quotidianità e farlo da casa necessariamente cambia le nostre abitudini, dal caffè al bar, alla riduzione del movimento al minimo, alle corse per prendere la metro o alla passeggiata dal parcheggio al luogo di lavoro oppure ancora fare due passi in pausa pranzo ente.
Questa persona è @Sara Ravasio, fisioterapista, che opera nel mondo dello sport ed in generale della riabilitazione posturale e non che ci fornisce qualche importante idea e opportunità di movimento nello smart working;
Per prima cosa possiamo dire che l’attività fisica libera la mente, scarica le tensioni e libera le endorfine che ci danno una scarica di energia.
Per fare un po’ di smart working in movimento servono solo un tappetino, un tappeto o un asciugamano, un angolo curato (e un po’ di voglia…..)
Immaginando che ognuno di noi abbia tutte questi attrezzi necessari possiamo iniziare a fare smart working in movimento:
- Trovare un posto comodo, renderlo accogliente e piacevole (e libero di cose, aggiungo io….)
- Iniziare sdraiandosi su una superficie morbida, con le gambe distese, le braccia rilassate e respirare, inspirazioni profonde dal naso ed espirazioni dalla bocca, entrando in contatto con il proprio corpo, sentendo dove si concentrano le tensioni, poi iniziare a muovere lentamente ogni elemento del corpo;
- Teniamo a mente che non siamo progettati per rimanere seduti davanti a un computer, ma che siamo fatti per muoverci, per camminare e stare in piedi; possediamo quattro curve fisiologiche che ci permettono di ammortizzare il peso e queste devono essere mantenute anche nella posizione seduta;
- Rendiamo la posizione di lavoro casalinga il più ergonomica possibile con quello che abbiamo in casa:
- Utilizziamo un cuscinetto, un asciugamano arrotolato o un golf, per riempire lo spazio tra la curva lombare e la sedia, questo ci permetterà di scaricare la muscolatura propria della lombare e incentiverà l’appoggio dorsale alla sedia;
- Mettiamo un rialzo sotto i piedi, come una scaletta o una pila di libri, o sotto i glutei per mantenere l’angolo delle ginocchia e delle anche a 90 gradi, evitando quindi di tenere le gambe troppo flesse;
- Manteniamo i gomiti appoggiati in modo da scaricare la muscolatura di cervicale, scapole e spalle, evitando lo strano effetto (T-rex) in cui le braccia rimangono staccate dal tavolo e il nostro capo lentamente protende verso lo schermo;
- Creiamo un rialzo sotto il computer per mantenere la cervicale neutra, in una posizione intermedia tra flessione ed estensione.
Dopo aver reso la postazione il più ergonomica possibile è importante ricordare che la nostra capacità di mantenere la posizione corretta può durare massimo un’ora, poi lentamente inizieremo a perdere i nostri appoggi di scarico e riprenderemo i nostri atteggiamenti viziati….
Possiamo ad esempio mettere una sveglia ogni ora, due passi, per poi tornare alla postazione ritrovando la nostra posizione; in questo modo possiamo evitare gli scompensi e facendo due respiri possiamo sentire le tensioni abbandonarci.
In ogni momento è possibile e utile alzarsi, muoversi, sciogliersi o fare due passi, perchè il corpo ne ha bisogno e sa sta bene lui è una buona cosa…
il nostro corpo è l’unica casa dove abiteremo per tutta la vita, salvaguardarlo è importante.
In questo momento particolare della nostra vita stare a casa diventato necessario e queste idee ed opportunità possono essere utili per gestire il cambio, forzato, delle proprie abitudini e può diventare una nuova abitudine, anche per il dopo, quando tutto tornerà normale.
Sono convinto che le quattro indicazioni riportate prima possano essere messe in atto ed addirittura promosse nelle aziende, negli uffici, nei posti di lavoro in modo da migliorare il benessere delle persone durante il lavoro.
Oggi parliamo di smart working in movimento, domani di miglioramento posturale ed in entrambi i casi stiamo parlando di benessere delle persone!
Credo che le aziende ed i loro imprenditori da questo periodo possano trarre l’apprendimento di aver iniziato a fare innovazione sociale anche forse in modo involontario e obbligato;
il far diventare l’innovazione sociale parte della strategia e della gestione quotidiana dell’azienda sarà poi responsabilità e scelta di ogni imprenditore, il tempo è questo, i modi ed i metodi ci sono….
Ivan Foina – Ideatore e InnovartiereÒper Bollino Etico SocialeÒ
Sara Ravasio – fisioterapista