Qualche giorno fa in uno degli spostamenti casa-supermercato stavo ascoltando la radio mentre passava un’intervista a Marco Carucci, cantante degli EX OTAGO che raccontava il suo punto di vista sul periodo, da poco passato della chiusura di tutto per l’emergenza sanitaria.

Questo periodo veniva descritto come molto fertile da un punto di vista produttivo, di idee ed opportunità senza però dimenticare il grande numero di decessi che c’è stato. 

Mi sono trovato molto vicino a questa sua considerazione e mi è venuta in mente una frase, tristezza fertile, per descrivere il momento.  

Tristezza(rif. vocabolario Treccani: condizione, visione, fatto che affligge, che ispira sentimenti dolorosi) perché tante persone si sono ammalate, tante sono mancate, tante hanno visto cambiata la propria vita, personale ed economica, abbiamo visto situazioni davvero drammatiche con reparti di terapia intensiva pieni oltre la capienza, medici ed infermieri non dormire per soccorrere i malati, ecc.  

Fertile(rif. vocabolario Treccani – estratto modificare favorevolmente le condizioni, potenzialità riproduttiva di un organismo, produttività, in genere) perché questo periodo è stato molto florido dal punto di vista delle idee, delle novità, delle opportunità, delle nuove relazioni, insomma c’è stata l’occasione per creare qualcosa di nuovo o diverso.

Com’è possibile che un momento della vita delle persone possa essere definito allo stesso tempo triste e fertile?

La riposta, che comunque resta molto soggettiva, sta in quello che ognuno di noi ha fatto in questo periodo e di come ha gestito ed affrontato;

superato il primo momento, i primi giorni, la prima quindicina di marzo, che sono stati di smarrimento, di tante domande di come e di cosa si potesse fare, perché niente appariva più come prima, è emersa, in modo molto forte e deciso, la sensazione che quello che stava accadendo fosse una grande opportunità.

Ancora una volta ci tengo a distinguere l’aspetto sanitario da quello lavorativo e di vita – l’aspetto sanitario è e resta un drammatico, i numeri di decessi e contagi ci presenta un conto molto salati, da no dimenticare.

Detto questo, premessa molto importate, dal puto di vista lavorativo e di vita, come dicevo prima questo periodo è fi grande opportunità, ci siamo fermati, abbiamo l’occasione di pensare a quello che stavamo facendo ed a come lo facevamo;

la creatività, la voglia di sperimentare, la voglia di apprendere e anche di provare a migliorare il proprio impatto positivo ha preso positivamente il sopravvento e sono nate idee, novità, relazioni, opportunità.

Ho conosciuto davvero tante persone, organizzando, in giro per l’Italia, incontri on line, ho allacciato relazioni e sviluppato collaborazioni, ho imparato che quando risuoni con una persona che ci sia il video di mezzo poco importa, la connessione empatica ed emotiva è molto più forte del video stesso!

Sono convito che tante delle persone che ho incontrato in questo periodo mai le avrei incrociate con la vecchia modalità di incontro…; ho fatto tantissimi appuntamenti senza percorrere un solo kilometro, senza consumare un solo litro di benzina.

Ho imparato che si può essere efficaci ed incisivi in riunioni di 60 minuti e ad ottimizzare l’agenda. 

Mi sono formato, confrontato, ho letto, imparato, ascoltato con l’unica idea di accogliere, di accettare tutto quello che arrivava.

Con queste consapevolezze in tasca ho rivisto il modo con cui interpretavo la mia attività lavorativa imparando che tante erano le cose migliorabili e importante poteva essere il vantaggio per tutte le parti in gioco, non solo da punto di vista di come venivano gestite ma anche e soprattutto di come venivano pensate,immaginate.

Per usare una frase che mi ha detto una persona che conosco (*), abbiamo imparato “NUOVI ACCORDI DI NOI” , abbiamo imparato che c’è sempre un modo diverso di vare le cose, un modo migliore, a volte è importante prima saperlo immaginare, vedere.

L’opportunità che abbiamo davanti è quella di poter incidere in modo positivo sul mondo, sulle nostre relazioni, sul nostro modo di utilizzare le risorse, sul nostro modo di essere persone, insomma, sul nostro modo di vivere la nostra vita, lavorativa e non.    

(*) Lucia Berdini – ndr

Ivan Foina – Ideatore e Innovartiere per Bollino Etico Sociale       

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